OSTE IN VIAGGIO… (parte seconda, Il Barlettaio)
Continua la storia del mio breve viaggio in terra chiantigiana, ancora nel bellissimo territorio di Radda in Chianti…
Dopo una breve pausa pranzo in un’osteria del centro mi dirigo verso una cantina che già conosco, molto amata anche dai membri del Club: il Barlettaio, ovvero il regno di Francesco, un personaggio incredibile con il suo meraviglioso furgone verde pisello sempre parcheggiato fuori dalla porta, quasi fosse un ulteriore logo!
Al mio arrivo mi accoglie una signora molto simpatica e affabile che poi scopro essere sua moglie. Parliamo un po’ e mi chiede chi sono. “Paolo dell’Osteria del Pettirosso di Rovereto”, mi presento.
“Ma sei tu Paolo del Pettirosso!? Finalmente ti conosco!” esclama con gioia.
Effettivamente qualche cliente è arrivato qui in cantina grazie ai miei consigli, ma ho poi scoperto essere una mia fan sui social e segue tutte le mie attività, i progetti dell’Osteria e le novità.
Al Barlettaio assaggio le nuove annate. La 2019 anche in questo caso è ottima, sia nella versione classica che riserva. La 2018 è leggermente più scarica ma sempre di alto livello. Anche in questo caso ho il piacere di gustare vini puliti, sinceri, diretti. Tre ettari di vigneto da sempre proprietà di famiglia. A dirla tutta, questa è considerata l’azienda più storica di Radda.
10.000 bottiglie prodotte in totale autonomia e con grandi sacrifici. Le annate difficili non sono nemmeno imbottigliate, come per esempio la 2017. Le fatiche economiche che talvolta hanno dovuto affrontare dimostrano la loro passione per il proprio lavoro, per il quale hanno fatto anche importanti rinunce a garanzia di un risultato finale che deve essere sempre di grande livello gustativo.
Parliamo di territorio, di evoluzione di una zona che sta crescendo velocemente portando nuovi problemi, come quello di tenere unito un gruppo di produttori quasi tutti piccoli ma che vogliono mantenere perfetta la loro identità. Le grandi aziende giustamente posso dettare regole che a volte snaturano un patrimonio fino ad oggi perfetto. Funziona così ovunque, anche in Trentino.
Francesco si arrabbia davanti a questi discorsi, lo fa mentre dalla finestra guarda i suoi vigneti che cura da sempre con tanto amore. Lui e la sua famiglia fin dall’inizio portano avanti una precisa filosofia di pensiero in un territorio che fino a pochi anni fa non considerava nessuno, per via di un clima che portava a vini troppo freddi. Ora che sono diventati un importante territorio, arrivano anche dei cambiamenti di rotta che molti non vorrebbero. Quando fai parte di un gruppo però hai due possibilità: quella di accettare o quella di ribellarsi. La seconda opzione non è sempre semplice e spesso capita che in molti accettino quasi in silenzio.
Acquisto un po’ di vino e olio per uso personale e saluto con la promessa di rivederci presto.
La prima giornata a Radda si conclude con la felicità di aver incontrato persone in linea perfetta con il mio pensiero, piccoli produttori che faticano ogni giorno per portare avanti il loro sogno, il loro pensiero, la loro storia.
… continua…
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Paolo