TRENTODOC RISERVA – Una grande conferma
Che ci sia scritto “Riserva” sull’etichetta o meno, non ha importanza: la permanenza sui lieviti dei vini degustati in batteria superava i 40 mesi. Da disciplinare, è a discrezione del produttore decidere se riportare in etichetta la dicitura “Riserva”; l’importante è che i mesi di permanenza siano almeno 36.
Mercoledì 25 settembre, i membri del Club “Un bicchiere con l’Oste” hanno avuto il piacere di degustare alla cieca alcune delle più interessanti espressioni dell’ormai rinomata denominazione trentina, tutte in versione di lungo affinamento sui lieviti.
Ne è emersa una degustazione decisamente interessante, che ci ha confermato quanto sia cresciuto il livello della bollicina trentina, lasciandoci, in alcuni casi, letteralmente a bocca aperta.
Ho ancora vivido il ricordo della degustazione dedicata alla denominazione Franciacorta, dove la delusione l’ha fatta da padrona con vini troppo spesso scontati, privi di carattere e dal rapporto qualità prezzo poco centrato.
I vini degustati nella batteria del Trentodoc, invece, si sono distinti per una delicata eleganza: freschi, sapidi e raffinati. Un livello qualitativo che, dal mio punto di vista, è cambiato, alzando l’asticella verso vini di un livello superiore, come non mi aspettavo.
Il “Le Grile” di Marco Tonini aveva quel leggero timbro ossidativo che mi ricordava alcuni champagne bevuti nel recente passato.
Etyssa 2, in versione riserva, vino che ho sempre apprezzato, lo posso considerare il vino della serata: equilibrato, fresco e infinitamente elegante.
Man ci ha sorpreso con la sua nuova Riserva in versione Brut Nature, un vino da dimenticare in cantina e da godersi tra qualche anno. Davvero ottimo!
Due batterie di vini, tutti di alto livello qualitativo. Siamo andati a cercare i dettagli, ma tutti i vini meritavano di essere menzionati.
Una denominazione che, anno dopo anno, cresce puntando sempre più in alto sulla qualità assoluta, grazie a un terroir meraviglioso, ma anche a produttori che mirano unicamente all’eccellenza. La strada è ancora lunga, ma è sicuramente quella giusta!
In alto i calici.
Paolo
PRIMA BATTERIA
1 – TERRE DEL LAGORAI – Trentodoc Dosaggio Zero Victor 2018
42 msl
60 Chardonnay – 40 Pinot Nero
Un vino che non sorprende. Al naso emergono piccoli frutti, mandorla, e un buon sentore di minerale. E’ fresco, sapido e minerale ma la bolla risulta un po’ scarica. Nel complesso è sottotono. Forse la bottiglia sbagliata.
2 – TONINI MARCO – Trentodoc Riserva Le Grile 2014
60 msl
Chardonnay
Mi piace il Grile, ogni volta che lo stappo mi sorprende. Ha un bel colore giallo paglierino intenso, al naso, un piacevole lievito e frutti bianchi. Un vino dalla bellissima complessità, sapido e con quel pizzico di ossidazione che mi riporta virtualmente in Champagne. Tra tutti quelli in batteria sicuramente quello che ricorda di più i vini d’oltralpe. Davvero buonissimo, bravo Marco!
3 – SALIZZONI – Trentodoc Riserva Nature Rhodium 2016
60 msl
80 Chardonnay – 20 Pinot Nero
La prima bottiglia sapeva di tappo, mentre la successiva non mi ha sorpreso. Al naso emergono note di pasticceria e burro, con un tocco di agrumi. All’assaggio risulta bello morbido, ma non emozionante. Manca di carattere e, personalmente, l’ho trovato un po’ scontato, pur essendo tecnicamente ben fatto.”
4 – COMAI – Trentodoc Cuvèe I Extra Brut
48 msl
70 Chardonnay – 30 Pinot Nero
Il nuovo vino di Comai si distingue da tutti gli altri. È un vino magistrale, ma con un tocco di freddezza. Molto verticale, fresco, secco e asciutto, tecnicamente perfetto. Forse leggermente inespressivo, con profumi migliori rispetto al gusto. Lo berrei di nuovo!
5 – DORIGATI – Trentodoc Brut Riserva Methius 2017
60 msl
60 Chardonnay – Pinot Nero 40
Non è mai stato il mio vino del cuore, lo ammetto. Si tratta però di una bellissima espressione di Trentodoc, con un naso ricco di frutta matura e una buona complessità. Tra tutti i vini in batteria, è il più maturo, caratterizzato da un ottimo utilizzo del legno. È complesso ed evoluto, in pieno stile Methius, uno stile che apprezzo solo fino a un certo punto. Personalmente, ricerco più freschezza. Nel complesso, comunque, è un vino molto interessante.
SECONDA BATTERIA
1 – FERRARI – Trentodoc Extra Brut Riserva Lunelli 2015
minimo 70 msl
Chardonnay
Vale lo stesso discorso per Methius: Riserva Lunelli grandissimo vino ma non è nel mio stile. Al naso si presenta elegante, fine e delicato. Il legno si percepisce, e sarebbe interessante assaggiarlo tra qualche anno per comprenderne meglio l’evoluzione. In bocca è complesso, ma elegante, con note minerali e fresche.
Un bel vino merita davvero!
2 – CESCONI – Trentodoc Extra Brut Riserva Blauwal 2015
84 mesi sl
Chardonnay
Sicuramente la famiglia Cesconi ha molto da raccontare quando si tratta di vino, e la loro azienda è meravigliosa. Tuttavia, il Blauwal Riserva non sorprende, anche se, come detto all’inizio, sto parlando di vini tutti di altissimo livello qualitativo. Mi aspettavo qualcosa di più; l’ho trovato un po’ scontato. Presenta note caramellose e amarognole, con frutta matura. Fresco ed elegante, ma leggermente inespressivo.
3 – KLINGER – Trentodoc Extra Brut Riserva Masnen – Vignal 2019
85 Chardonnay – 15 Pinot Bianco
È uscito sconfitto a causa di una mia distrazione, pensando avesse un affinamento più lungo di quanto in realtà non abbia. È finito in una batteria di vini di livello decisamente superiore, e la sua freschezza non poteva competere con gli altri quattro. Resta comunque un bellissimo Trentodoc, fresco e agrumato, con un buon carattere, fine ed elegante. La vena di acidità si percepisce delicatamente, frutto di un terreno molto minerale che caratterizza i vini di questa piccola e splendida cantina.
4 – MAN – Trentodoc Riserva Brut Nature 2016
78 msl
Chardonnay
Che vino! Avevo già recensito l’ultima creazione di Mattia e confermo quanto detto, soprattutto dopo averlo bevuto alla cieca. Si percepisce tutta la Val di Cembra: minerale, fresco e sapido, con un leggero tocco citrico. È elegante e delicatamente fine, con un perlage persistente e raffinato. Ha un grande carattere e tanto bisogno di riposare in cantina; non vedo l’ora di assaggiarlo tra qualche anno per scoprirne l’evoluzione. Per me, uno dei vini della serata! Fantastico.
5 – ETYSSA – Trentodoc Extra Brut Cuveè n. 2 Riserva 2013
106 msl
Chardonnay
È il mio vino, anche se, dovendo scegliere, Man sarebbe un’alternativa difficile da ignorare. Etyssa è un progetto che adoro, e la Riserva 2, annata 2013, per me è sempre stata un grandissimo Trentodoc. Fresco, minerale, agrumato, con note di fiori bianchi. La crosta di pane e una delicata nota di nocciola avvolgono il palato, rendendolo intrigante. All’assaggio è equilibrato, fresco, persistente, con un perlage fine. Un vino che può competere con le migliori bollicine. Per me, il vino della serata, e non solo per me!
VINI DEGUSTATI COME APERITIVO PRE-DEGUSTAZIONE
MASO MARTIS – Trentodoc Dosaggio Zero Riserva 2017
36 msl
70 Pinot Nero – 30 Chardonnay
LETRARI – Trentodoc Dosaggio Zero Riserva 2016
60 mesi msl –
Chardonnay – Pinot nero
Due etichette di altissima qualità, prodotte da due produttori che hanno sicuramente fatto la storia della denominazione. Nulla da aggiungere in merito: vini straordinari.
GRIGOLLI BRUNO – Trentodoc Brut
60 mesi msl
Chardonnay
Una sorta di esperimento ben fatto da parte della famiglia Grigolli: la prima annata del nuovo Trentodoc, nato quasi per gioco. Un Brut non dosato, prodotto magistralmente, dove eleganza e perfezione sono protagoniste, come nello stile dei vini di Bruno e Marco Grigolli. Come prima annata, questo Brut invita a una piacevole beva, anche se personalmente preferisco vini con un dosaggio inferiore. Molto bello il design della bottiglia, dedicata a Giovanna, la padrona di casa. L’etichetta elegante e i colori scelti con raffinatezza richiamano l’eleganza del vino al suo interno.
IL FINE SERATA
SPAGNOLLI – Trentodoc Blanc del Noirs Brut Riserva Disio 2018
54 msl
Pinot Nero
Non avevo dubbi sulla qualità di Disio. Non l’ho inserito in batteria solo perché è l’unico con una base al 100% di Pinot Nero. Me ne pento, avrebbe sicuramente dato filo da torcere a qualcuno. Delicate note di pasticceria accompagnano un profumo che ricorda la frutta matura, in particolare la mela cotogna. All’assaggio è deciso, con un grande carattere, sapido e minerale. È verticale ed esprime appieno la zona di provenienza. Un grande vino!