24 Gennaio 2022

GLI ANTICHI VITIGNI DEL MONDO – 20.01.22

GLI ANTICHI VITIGNI DEL MONDO – 20.01.22

UNA DEGUSTAZIONE MOLTO PARTICOLARE

 

Quella di giovedì sera è stata sicuramente la degustazione più particolare affrontata fino ad oggi dal Club “Un bicchiere con l’Oste”. A differenza delle altre volte, non c’è stata una votazione e i vini non sono stati serviti alla cieca. Non avrebbe avuto senso visto che erano tutti quanti a noi sconosciuti sia per il nome che per il vitigno.

Il fil rouge della serata è stato “gli antichi vitigni del mondo” ed è stato un vero e proprio viaggio attraverso la storia della vite, partendo dall’Armenia fino ad arrivare a Cipro.

La maggior parte dei vini degustati facevano parte della categoria “vini naturali”, prodotti sulla scia di una filosofia da sempre seguita in questa parte del mondo del vino. E quasi tutti, tra l’altro, erano affinati o fermentati in anfora.

Quando si parla di vini di questo tipo ci si trova di fronte a qualcosa che può regalare grandi soddisfazioni ma anche immense delusioni.

Ma veniamo alla serata…

La prima etichetta degustata è stata il Vosky di Zorah, un piccolo produttore Armeno. Un vino che si è presentato come il più “classico” tra quelli in degustazione, con un naso che ci ricordava un Verdicchio, floreale e speziato, con sentori di frutta e una giusta sapidità.

I due vini successivi, già dalla mescita, ci hanno fatto subito intendere come la musica sarebbe cambiata: il loro colore era ambrato tipico dei vini con una lunga macerazione sulle bucce. Il Begleri Pithari ci è risultato un po’ ostico; ammetto che forse non siamo riusciti a capirlo fino in fondo, anche se, dopo un’ora nel bicchiere un pò è migliorato. Personalmente l’ho trovato ossidato e dal profumo sgradevole e all’assaggio ricordava più una birra acida che un vino macerato.

Il Rkatsiteli Gran Cru personalmente non mi è dispiaciuto. Anche in questo caso il vino è “uscito” dopo aver trascorso un bel po’ di tempo nel bicchiere. Ho personalmente apprezzato i suoi profumi che mi ricordavano l’albicocca e la frutta matura. Al palato risultava caratterizzato da un tannino fittissimo, dovuto ai sei mesi di macerazioni sulle bucce. Un vino che, se servito in un bicchiere nero alla cieca, potrebbe tranquillamente essere scambiato per un rosso importante.

Non amo i macerati ma questo vino non mi è per nulla dispiaciuto.

I quattro vini rossi in degustazione hanno fin da subito presentato il loro forte carattere.

Il Pithari Rosso di Afianes era di un colore decisamente scarico, una sorta di Pinot Nero scolorito. Al naso ricordava la frutta rossa in evoluzione, la marmellata, la ciliegia. In bocca era presente un tannino morbido e delicato ma anche di poca struttura.

Il Karasi di Zorah, a base di Areni Noir, è il vino che ho più apprezzato. Gli mancava quel pizzico di eleganza al naso, quella finezza che sa coinvolgere. Al palato era pieno, caratterizzato da una leggera frutta, leggermente speziato e sapido.

Interessante anche il Aeion Marathefticko di Valislikon, un vino pieno e corposo, con un naso che rievoca la frutta rossa importante, una buona persistenza al palato ed un bel tannino.

Abbiamo concluso la degustazione assaggiando il vino dolce più antico del mondo, un Commandaria.

Prodotto a Cipro con uve Xinisteri e Mavro, si è presentato in primis con un colore bruno leggermente scarico. Al naso è arrivata subito una bellissima prugna e il cacao. La cosa che ho più apprezzato è stata la leggera vena acida che regalava al vino una meravigliosa piacevolezza di beva nonostante fosse un vino del 2005 e con una decina di anni di passaggio in botte di rovere.

Lo abbiamo abbinato al cioccolato e la sua eleganza ha creato davvero un bellissimo matrimonio.

Ho voluto questa serata come momento di grande curiosità, in cui abbiamo bevuto vini che difficilmente finiscono sulle nostre tavole. Sapevo che sarebbe stata una serata di grande discussione e di strani commenti su dei vini che non siamo abituati a bere e che in alcuni casi non siamo riusciti a comprendere.

Nella sua particolarità però abbiamo imparato tante cose, scoperto nuove sensazioni ma soprattutto siamo stati catapultati in un nuovo mondo che molti di noi ancora non conoscevano, aprendo una piccola finestra sull’antica storia del vino.

Assaggiando questi vini abbiamo visitato idealmente zone a noi sconosciute nelle quali quasi 8000 anni fa è stato inventato il vino che, tramandato di generazione in generazione, è arrivato fino ai tempi moderni. E benedetti siano questi mitici inventori, che hanno saputo trasmettere tecniche, insegnamenti e soprattutto valori agli attuali produttori che oggi sono ancora lì, ad inseguire con la loro unicità un mondo del vino che è completamente cambiato ma che a loro deve indubbiamente molto.

In alto i calici.

Paolo

 

 

Elenco dei vini in degustazione.

1 Vosky – Zorah

2 Begleri Pithari – IGP Ikaria

3 Rkatseiteli Grand Cru Aknhoebi

4 Aeon Maratheftiko – Cantina Vasilikon

5 Pithari Rosso – Cantina Afianes

6 Karasi Areni Noir – Zorah

7 Kalecik Karasi Gelveri Manufactur

8 Comandaria Teorora Pratinum karseras

 

 

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