18 Novembre 2022

Alba o Asti? Eterno dilemma.

Alba o Asti? Eterno dilemma.

Sostanzialmente la grande differenza è data dal fatto che la prima zona regala vini più complessi mentre la seconda ne offre di più freschi.

Una cosa è certa, però: dalla degustazione dello scorso giovedì, 10 novembre, in compagnia dei membri del Club sono emersi dei vini molto sinceri, pura espressione del territorio, e con un bel rapporto qualità prezzo.

La degustazione era dedicata alla Barbera d’Asti: dopo un grande lavoro di ricerca personale e con qualche suggerimento di un caro amico piemontese, ho selezionato quelli che ho ritenuto fossero i più rappresentativi.

Stiamo parlando di un territorio che è caratterizzato dalla presenza di piccole realtà vitivinicole a tal punto che di alcune non ho nemmeno trovato un sito internet e di conseguenza non ho potuto procurarmi i loro prodotti per la degustazione.

Non dimentichiamo che la Barbera d’Asti è sempre stata legata strettamente alla tradizione contadina piemontese ed era nata proprio come “vino del popolo”, tipicamente servito sfuso nelle osterie più caratteristiche del territorio del Monferrato.

Nel corso degli anni il processo produttivo vitivinicolo si è considerevolmente evoluto, portando oggi ad un vino di elevata qualità e dalle proprietà eccellenti.

Due le batterie servite, entrambe composte da 4 vini, serviti rigorosamente alla cieca. Nella prima manche quelli più giovani, nella seconda quelli più complessi.

 

PRIMA BATTERIA

1 – COPPO – BARBERA D’ASTI DOCG “L’AVVOCATA” 2021
2 – EMILIO VADA – BARBERA D’ASTI DOCG 2020
3 – FABIO PERRONE – BARBERA D’ASTI SUPERIORE 2020
4 – RENATO RATTI – BARBERA D’ASTI DOP “BATTAGLIONE” 2020

 

Coppo, per quanto riguarda questo importante vitigno, è una sorta di certificato di garanzia.
Le sue riserve sono incredibili ma per la serata in batteria ho inserito il suo prodotto più semplice e proprio per questo mi è piaciuto, per la sua freschezza e per una delicata acidità tipica dei vini provenienti da questo territorio che ti regala un piacevole invito alla beva. Piccoli frutti come le more e i lamponi caratterizzano un gradevole naso, anche se forse avrei voluto un po’ più di complessità, ma visto anche il suo valore devo dire che la possiamo considerare molto equilibrata.

Non conoscevo Vada ed è stato per me una scoperta. Si è presentato da subito poco elegante e scontato, quasi banale. Dopo una mezz’ora nel bicchiere, però, è cambiato dimostrando tutta la peculiarità del vitigno ed esprimendo al naso profumi di fiori come la rosa e piccoli frutti, attraverso un gusto giustamente complesso e un’acidità molto equilibrata.

Fabio Perrone invece mi ha personalmente deluso. L’ho trovato un vino molto costruito, sembrava quasi fosse stata fatta una surmaturazione delle uve. Il risultato che ho colto è quello di un vino stanco, piatto, completamente diverso dagli altri in batteria, con un naso poco elegante e un assaggio che non ti invita a berlo nuovamente. Peccato.

Quando ho stappato i vini per la degustazione, assaggiandoli velocemente, la Barbera di Ratti mi aveva subito colpito negativamente con uno strano odore al naso.
Effettivamente lo ha espresso anche in degustazione, ma solo perché aveva bisogni di ossigenarsi ed infatti dopo un po’ di tempo nel bicchiere è emersa tutta la sua bellezza.
Alla vista si è presentata con un bel colore rosso rubino vivo, al naso ho trovato profumi come la prugna e le spezie. Bello rotondo al palato, complesso e dal bel finale. Ottimo vino, davvero, che si è classificato primo della batteria.

 

 

SECONDA BATTERIA

1B – ISOLABELLA DELLA CROCE – BARBERA D’ASTI DOCG SUPERIORE “SERENA” 2019
2B – BRAIDA – GIACOMO BOLOGNA – BARBERA D’ASTI DOCG MONTEBRUNA 2019
3B – DACASTO DUILIO – BARBERA D’ASTI SUPERIORE DOCG “CAMP RIOND” 2019
4B – LA SPINETTA – BARBERA D’ASTI DOCG “CA’ DI PIAN” 2018

 

Nella seconda parte della degustazione, siamo passati a vini più complessi e con qualche anno di più. Si cambia decisamente marcia incontrando etichette che regalano qualche bella soddisfazione.

Isolabella della Croce mi è stata consigliata da un mio caro amico di Torino, grande appassionato di piccole realtà come lo sono io. È stata una grandissima scoperta e fin da subito ha stupito facendo capire la qualità del vino nel bicchiere.
È una realtà che purtroppo non conoscevo quindi mi sono dovuto affidare unicamente alla prima esperienza di assaggio. Subito si è presentata con un bel naso complesso e ricco, con spezie e frutta sciroppata e una leggerissima vaniglia.
In bocca ho trovato una grande tipicità, equilibrio e un’acidità non fastidiosa, anzi, molto piacevole. Un vino pronto da bere, persistente e con un tannino molto delicato. Gran bella bottiglia, per me il vino della serata.

Braida come sempre non delude.
Montebruna si presenta con un naso inizialmente un po’ cupo, chiuso. Con il passare dei minuti si è aperto raccontandoci una fragranza incredibile con profumi che ricordano i piccoli frutti e la ciliegia. Al palato arrivano un’eleganza ricercata, un’armonia complessiva, una incredibile piacevolezza di beva e una bella persistenza. Un vino che si potrebbe definire “perfetto”, con l’aggiunta di un rapporto qualità prezzo decisamente incredibile.

Personalmente ho fatto fatica a capire il vino di Dacasto.
Sicuramente è un vino complesso, nel quale ho trovato al naso cuoio e piccoli frutti, in notevole intensità. Al palato era caldo, dalla buona struttura, dal giusto tannino e persistente.
Nonostante ciò, non mi ha colpito anche se la maggior parte dei membri del club gli ha dato un bel voto. A mio gusto mancava qualcosa, forse quella piacevolezza di beva che ho trovato invece nei primi due vini in batteria.

Rivetti, per quanto riguarda il mondo del vino piemontese, è un altro sigillo di garanzia.
Questa Barbera, però, messa in mezzo alle altre, non ha brillato come forse ci si poteva aspettare. Non dimentichiamo anche che costa esattamente il doppio rispetto agli altri tre vini della stessa batteria.
Sicuramente un vino che ha una buona capacità di invecchiamento ma che non ci ha sorpreso in tutta la sua complessità, a tal punto che si è posizionato in ultima posizione nella classifica finale. Peccato.

 

Cosa ne pensa l’Oste?

La prima batteria mi è piaciuta per la freschezza di beva dei suoi vini, Perrone a parte. Vini dal corretto rapporto qualità prezzo che rispecchiano la loro storicità, quella di un vino da bere tutti i giorni, il cosiddetto vino del contadino, rivisto in chiave moderna come un vino “tipico ma raffinato”. L’espressione “del contadino” non deve sminuire il prodotto ma deve far capire cosa si trova in bottiglia degustando una di queste etichette: semplicità ma non banalità, territorialità e allo stesso tempo anche grande espressione del vitigno.
Tutti vini molto interessanti, che acquisterei con grande piacere.

La seconda batteria ha invece dimostrato l’evoluzione di questo vitigno dell’astigiano. Vini più complessi, più ricchi e con un grande carattere, ma sempre nel rispetto della loro territorialità.

Questo quello che porto a casa da questa degustazione: una marcata espressione del territorio, un grande carattere ma allo stesso tempo un equilibrato incontro con la modernità.
A differenza dei vini albesi, in questa zona vince sicuramente la piacevolezza di beva anche quando ci troviamo di fronte ad un vino più complesso.
Nulla da togliere ai vini prodotti nella zona di Alba ma, spesso, nei vini provenienti da quella zona prevalgono la struttura e la complessità, grandi vini ma spesso distanti da quella che è la loro origine.

Su alcune etichette, come quella di Rivetti, ho trovato mancanza di tipicità, forse a dimostrazione che questo vitigno non è adatto per creare vini importanti ma che trova il suo vero equilibrio nella semplicità e nella freschezza.
Un esempio lo è stato il fuori lista della degustazione, il Brico dell’Uccellone, grandissimo vino ma troppo poco Barbera.

 

 

Cosa acquisterei?

Indubbiamente Isolabella della Scala, bellissima espressione di questo vitigno.
A differenza dI Montebruna l’ho trovata più sincera, più vera. Gran bella bottiglia.
Montebruna è senza dubbio un gran vino, anche se non mi ha trasmesso le stesse emozioni di “Serena”. Chapeau comunque a Braida, una grandissima conferma di come questa cantina da sempre produca vini di grandissimo livello.
Ratti, un vino che è sempre un piacere avere in cantina, è un bellissimo connubio tra eleganza e complessità.

Concludendo metterei in cantina i vini che hanno vinto, nel loro preciso ordine di arrivo.

Etichette molto interessanti, grandissima espressione del territorio, ottimo rapporto qualità prezzo. La Barbera d’Asti è stata una grandissima conferma!

In alto i calici.

Paolo

 

La giuria dei presenti ha decretato il podio della serata:

1 – ISOLABELLA DELLA CROCE – BARBERA D’ASTI DOCG SUPERIORE “SERENA” 2019
2 – BRAIDA – GIACOMO BOLOGNA – BARBERA D’ASTI DOCG MONTEBRUNA 2019
3 – RENATO RATTI – BARBERA D’ASTI DOP “BATTAGLIONE” 2020

 

 

 

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